Torino si guarda allo specchio e non si riconosce. Dalla fine degli anni '90 sembra affetta da una prosopagnosia acuta e irrimediabile, nonostante la fatica di chi tenta di farla diventare europea una volta per tutte. Forse è colpa dei disillusi, nati troppo tardi per raccontare la Storia ma troppo presto per viverla, che in qualche modo ci invidiano senza ammetterlo. Dicono che siamo ancora in mano alla Fiat. Quando lo sento mi viene in mente Detroit e la techno che qui si è tradotta in sperimentazione, drum'n bass, indie. Dicono che ci siamo montati la testa ospitando le Olimpiadi, pagando lo scotto di un buco di bilancio rimbalzato su tutte le pagine di cronaca nazionale. Che non abbiamo fatto la metropolitana per autoconservazione, per vendere quante più automobili fosse possibile alla faccia dell'inquinamento atmosferico e acustico. Che l'ondata leghista ci pulsa addosso come una malattia congenita e indebellabile perché sa ascoltare il popolino stret
Turin's night is the future's picture