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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

AMACA + PIEDI NUDI = SORRIDI

/// male friendly Chazwick B. è un afro-filippino nato a Columbia meno di venticinque anni fa. Dopo l'università e il bachelor in graphic design incontra Ernest Greene, classe '83 ed emisfero ambidestro del progetto Washed Out , conosciuto ai più come alfiere del chillwave movement edito da Mexican Summer. É grazie a lui che Chazwick sterza dolcemente verso le atmosfere dell' onirico 7'' intitolato Blessa ? Chissà. Il 4 gennaio del 2010 però firma l'uscita dell'album " Causers of This " con la Carpark Records, già label di Cloud Nothings, So Takahashi e Light Pollution: subito dopo iniziano le tournée con lo stage name di Toro Y Moi , i remixes e persino le lodi dei chirurghi di Pitchfork , talmente obbligati a farci caso da tributargli uno spazio nella sezione "Best New Music" per la pubblicazione del secondo album " Underneath the Pine " del 22 febbraio di quest'anno. Da lì in avanti è la storia fotografica di un oriun

TORINO. E MILANO?

Sta sulle palle a tutti, è vero. Testacoda da autoscontro, flipper di lustrini, urbanistica soffocante, decibel di troppo, afa da Mekong. Cocktail troppo cari, snobismo gratuito, fighe che non la danno. E poi vogliono fregarci il Traffic , promosso dalle colonnine di tredicesima agli editoriali in prima pagina, questi pescecani quotati in borsa così diversi dai mecenati d'arte contemporanea. Milano riscuote ostilità persino nelle righe di Gabriele Ferraris, voce della città descritta su TorinoSette , che non risparmia sferzate polemiche nemmeno durante MITO Settembre Musica. Perché si tratta di soldi, in fondo, e parlarne di questi tempi è come tentare d'iniettare Geova alle fermate del bus: Milano rappresenta un immaginario più abbiente del nostro, vista la base demografica e il numero di investimenti esteri che attrae ancora oggi. Non solo: può vantare un'ottima percentuale di anglofoni, ed è proiettata verso traiettorie più europeiste delle nostre che spingono i p

AUDIO ERGO SUM

  Forse la sparizione delle partiture risale all'avvento di reason, cubase, logic. Chissà qual'è la data esatta. Io immagino sia frutto della digitalizzazione iniziata nel secolo scorso, quel periodo gravido di tecnoentusiasmo in cui iniziammo a poter dire quasi tutto con 0 e 1. La traccia grafica dei suoni era medium per l'esecuzione, ostacolo all'approccio autodidatta, sbattimento laborioso ma obbligatorio verso la SIAE. Il pubblico dal canto suo se ne fregava cordialmente, e si vendevano più canzonieri per chitarra che composizioni di Heitor Villa-Lobos , ormai bistrattato dai diplomandi del Conservatorio e per giunta confuso col collega cileno. Insomma, lo spartito appariva inutile e nascosto come il precoce handicap di Beethoven. Una volta l'ho sognato. Si masturbava i capelli sconvolti quasi avesse i pidocchi e mi importunava per entrare al Puddhu: "Piacere, Ludvig. Sono sordo da quando avevo trent'anni e nessuno se n'è ancor

CLUB GAMMA

Il Gamma è un cubo d'aria affacciato sul Po, acquario di ombre morbide che aspettano l'alba. Il perimetro est, considerato dall'ultimo scalino in pietra che conduce alla pista, è interamente composto di vetrate trasparenti che lasciano filtrare il riverbero viola dell'acqua. Un acquario notturno, scaldato dal rumore dei tacchi alti e l'euforia dei clubbers, che spesso ospita geni tedeschi e britannici. Entrarci è semplice fino alle due, dopodichè auguratevi di avere un buon ascendente sullo staff alla porta, altrimenti farete l'alba nel dancefloor del Fluido, club gemello ma sito al piano terra, frequentatissimo durante l'aperitivo grazie al meraviglioso prato antistante che simula una primavera cittadina permanente. Il meglio si ascolta venerdì e sabato sera: producer visionari arrivati dal Canada o da Detroit e squali di razza in prestito dal Berghain, selecta fulvi e giocolieri di midi controller, tutti contribuiscono a sommergere il pubblico con l