Il KaterHolzig confina:
• a nord con il verdeblu della Sprea;
• a est con uno scheletro vestito a festa alto dieci piani;
• a sud con uno slargo deserto che scoraggia turisti e imbucati;
• a ovest con una stradina impronunciabile ma conosciutissima ai tassisti.
Il Bar25 si è reincarnato qui, a due passi dal Maria, dopo che l'amministrazione berlinese ha fatto sloggiare tutti qualche mese fa.
Forse l'hanno chiamato gatto di legno a posta.
Per assicurargli nove vite prima di vederlo inghiottito dalla riqualificazione urbana, o forse perchè tutto è fatto di assi robuste che trasmettono vibrazioni piacevoli direttamente alle suole.
Per assicurargli nove vite prima di vederlo inghiottito dalla riqualificazione urbana, o forse perchè tutto è fatto di assi robuste che trasmettono vibrazioni piacevoli direttamente alle suole.
Sembra una cittadella post-medioevale piena di risate, tintinnìo di vodka-mate e parole in tedesco, e anche se non lo parli e ci vai da solo puoi arrivare in metro fino Heinrich-Heine-Str. e scoprire che attaccare bottone è più semplice che decifrare il gioco di parole al contrario verniciate all'ingresso.
Il cuore a due tempi di questo presepe hippie è diviso da un patio dove restare stupefatti dalla testa di un alligatore in alluminio che sembra papparsi il tetto del bar principale.
Subito accanto c'è un photoautomat dove portarsi a casa quattro scatti allucinati in notturna o diurna.
Subito accanto c'è un photoautomat dove portarsi a casa quattro scatti allucinati in notturna o diurna.
Perchè qui, come in molti altri club berlinesi, la parola magica è open end.
Significa che
- Se adesso vai a casa non devi farti la doccia. Con questo sul polso puoi tornare.
- Fino a quando?
- Non lo so, dipende. Fino a lunedì, credo.
E a parte i nomi corteggiati dalla solita intellighenzia, nel gattaccio randagio puoi scaldarti prima nella dancefloor ovest dove tutto sembra arrivare da una vita precedente e poi stringere le lancette fino a farle fermare nella pista est, abbarbicata al fumo e l'aria densa che ti spinge addosso la gente.
Stanotte tre ragazzi mascherati cantano laptop/carillon tra poltrone scampate al naufragio, scarpe da donna trafugate e lampadari rossastri, mentre a ovest una ranocchietta pallida mischia vinili pescati direttamente dall'abisso techno.
Se da una parte c'è la pancia calda di un galeone pirata, dall'altra basta appoggiare l'orecchio al muro per accorgersi del rombo sotterraneo di un terremoto in arrivo.
E sembra proprio che qualche perla sonora resti incagliata qui, in una rete fatta solo dal passaparola sul web, senza flyer ma con la porta nel bagno che dice "just ignore everybody".
Dove l'alba ha il morto in bocca e gli occhi chiusi per non vedere le scemenze che hai fatto.
KaterHolzig • Michaelkirchstr. 23 • Berlino
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