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://ABOUT BLANK

L'about blank coniuga stili diversi ed è fuori mano abbastanza da garantire a pochissimi di arrivarci per caso. Prima del zuflucht ci sono sei scalini arrugginiti, i piercing fitti della doorkeeper a cui mostrare un documento. Poi l'anticamera verdeazzurra dove perquisire sospetti e avvenenti (talvolta coincidono), e due sale gemelle aperte su un corridoio annerito. In cima alla scala che corre nel mezzo, due pareti di flyer conducono alle toiletten silenziose, mentre dieci metri più in basso ecco le due dancefloor. À droite si accelera segregati in fila, nessuno guarda nessuno e il ritmo è scuro, tagliente, impasta scarpe a pavimento. La techno infittisce l'aria come in una capsula pressurizzata. À gauche il ritmo è iridescente di future bass, disco e house. Gregari che spostano le spie al dj, starnazzano in Deutsch e ballano studiandosi col beat al culo, smaglianti. Intorno alle sale, divani in pelle di corpiccioli addormentati, un giardino di letti pensili e
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NON APPLAUDITE/ TUM@Doctor Sax

Matteo Viani (Stereo/Torino) - Podcast #001 Il Doctor Sax è un tuorlo sanguigno nascosto sotto i tacchi di Piazza Vittorio. Apre quando gli altri chiudono e resta acceso fino a dopo mezzogiorno; si trova sul lato sinistro dei Murazzi, oltre gli interstizi umidi dove si tuffano millepiedi grossi quanto accendini. Dentro c'è un tunnel diviso dal ventre di un vecchio tram , con maniglie fluo e tubolari dove la gente balla aggrappata. Davanti alla consolle, una iotta primordiale di pupille a spillo. Qualcuno è schiacciato al muro e non muove un passo, altri ballano massacrati nel proprio sudore e molti inconsolabili sorridono a occhi chiusi. Un'autentica capsula di detriti che spinge fuori il meglio a orari sciagurati, quando la pista si addensa di gente come avessero abbassato una leva. Stanotte c'è deep, minimal e acid grandiosa. Matteo gira l'ultimo vinile alle nove tra il battimani di chi è arrivato alla fine. [poi un habitué urla]    NON SIAMO A TEATRO, N

DIECI SEMPLICI RICETTE PER ANDARE IN BIANCO

Un primo appuntamento coi fiocchi, ma che dico, da petardi a scena aperta. C'è gente che ti applaude dai balconi mentre la riaccompagni a casa in auto, in più quando arrivate lei sembra non voler andare via . Ti si accoccola accanto e lancia occhiate promettenti quanto un calcio di rigore sullo 0-0. Sei teso perché è il tuo momento e sai di non poter sbagliare . Quindi affondi nell'autoradio il tuo infallibile cd a prova di ciellina rosarizzata. Alzi il volume, lei sorride bellissima e un po' brilla, sembra pronta a scaldare l'aria di sillabe indecenti. Ne sei sicuro, la musica che hai scelto vincerà sui bottoni, le cerniere e qualsiasi promessa abbia fatto all'ignaro fidanzato in Erasmus. Ed eccolo, il bacio per cui hai sudato fino adesso: non ci puoi credere, funziona, funzioni! Tre minuti e sedici secondi dopo lei si scosta, guarda stranita te e il tuo autoradio, cinge le mani attorno al bavero della giacca come a coprirsi. E prima che tu possa contrattaccare

REGGIOPEDIA / Offlaga Disco Pax

///male friendly Dietro un gomitolo di vie anonime, proprio mentre finisce Torino, c'è un posto dove sono passati tutti i grandi. Si chiama Hiroshima Mon Amour e gli Offlaga Disco Pax ci sono stati nel 2006, a ridosso di un disco esploso come una scheggia impazzita.   Sul menù c'erano mantra ribelli, scacchiere di campioni battenti e quell'ironia magnetica di chi arriva dall'Emilia.  Il loro nuovo 33" è un gioiello di fattura analogica , che rifiuta i machintosh e sfodera politica dietro ogni parola. Un congegno blindato, resistente al dormiveglia di chi crede che fare musica oggi sia abbandonarsi al suicidio.   ///female friendly A noi donne importa poco del come, del quando o del perché. Il chi è più che sufficiente se incarnato da esemplari apprezzabili, d'altronde è solo per questo se ci vedete ai concerti. Quindi stasera siamo qui per il totem di sintetizzatori che si staglia sul palco, le zeta affricate dietro lo stendardo di Cronaca V

L'ULTIMA VITTIMA / Ricardo Villalobos Ensemble

Il Colosseo attrae borghesia imberbe nascondendosi elegante proprio tra il Po e la stazione di Torino Porta Nuova. Stasera ad assediarlo c'è una chi azza di hipsters che fumano e si sistemano i capelli come se aspettassero l'arrivo di un messia. Forse è merito dell'ufficio stampa. Pare abbia venduto la faccia al diavolo per dare la notizia ovunque, guai a chi stasera non c'è.   G li imperatori della biscroma gusto clubbing sono due, Ricardo Villalobos e Gianluca Petrella = 16 euro a biglietto. Arrivano muniti di machintosh ed effettistica da allunaggio, poi aggrediscono il palco con la noncuranza di chi ha strappato scalpo e applausi anche al più scettico degli ascoltatori. Quindi ci inabissiamo timidi nella platea semibuia del teatro, zittiamo i cellulari e cuciamo le labbra davanti a cotanta decantata maestria. Una croma, poi due brevi. Un trombone assonnato che diventa Fender, arpeggi fuori tempo massimo e sequenze prevedibili emanate da laptop applescenti

DANCING WITH GIANTS/ Savana Potente

In principio era il truzzo, disceso a gamba tesa con bomber, taglierina e acqua pazza. Gli occhi bistrati dagli Oakley e il sorriso serrato dall'urgenza, mostrò subito l'ardore di voler abitare il mondo sopraffacendo ogni altra specie vivente. Ma la terra vergine aveva alfieri attenti e caparbi, e grazie a loro seppe difendersi.  Costoro ricacciarono l'infame razza poggiapiselli ai margini dello Chalet, proprio ai piedi del cuore verde di una microscopica metropoli. Quell'oasi in cattività oggi è l'avanposto di Savana Potente : un bunker pornografico dove saziarsi di techno servita al sangue, una delle piste di decollo più insolite di Torino. Qui si incarna la profezia degli spazi bui dove ballare fianco a fianco ignorandosi, lottando beat dopo beat per la sopravvivenza nel proprio metro quadro di dancefloor. Stanotte il ledwall rosso annuncia l'atterraggio a Berlino, culla dei due giganti chiamati a celebrare 6 anni di parties senza anestesia. Ad anticipar

BEAT REPEAT / El Barrio

Non avevo mai guidato la campagna di notte. Secondo me è un silenzio potenziale, fatto di suoni pronti a svegliarsi da un momento all'altro. Quel respiro sospeso attorno a Torino è arrivato insieme ai ricordi di qualche anno fa, quando cercavo la strada per i rave col finestrino abbassato. A rincorrere il percorso ci pensavano gli altri, io non guidavo mai: facevo la vedetta con gli occhi chiusi e trovavo le feste a orecchio. Poi una volta mio padre mi ha lasciato fingere di guidare il suo treno, e tra tutti quei bottoni e pulsanti mi sembrava di pilotare un bruco galattico accelerato all'infinito. Se mi vedesse ora riderebbe lui, perché mi sono quasi persa e ho parcheggiato a casaccio.  Anni fa questo posto era una scuola, adesso ci abita una delle radio più multate d'Italia. L'epoca era quella del buco normativo sulla radiofonia web, e questa emittente pagò il conto e gli interessi per tutte le altre webradio nate in seguito. Ma Radiodigitale.info esiste anco