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ANDATE A LAVORARE / Alle - Worker's Pearls

Hai attraversato chilometri da sola, fidandoti di racconti notturni altrui attendibili quanto le chiacchiere di un ubriaco.
Hai trovato dei pezzi di carta che parlavano in crucco e hai voluto buttarti, fidandoti delle incognite.


Hai preso la U-bahn fino ad Alexanderplatz per imbatterti nelle mappe dell'ufficio turistico e arrivare ad Ostbanhof insieme alle tue mani sudate di abbandono.
E poi hai trovato un supermercato ovattato di bava di lumaca, e il buio ti ha guidato fino a lì, quel posto zeppo di idiomi inventati.
Musica esplosa dai muri, puntine sbeccate e cocktail all'arancia lavica.
Solo che era martedì pomeriggio, e dietro l'ingresso presieduto da due fanti addormentati hai visitato una notte simulata.



Dentro c'era un tunnel di scontrini pagati coi marchi. Tracce di chi vede l'alba con le mani spaccate dal seltz, sacchi di plastica differenziata e occhi arrossati dal fumare altrui.
E poi, proprio dietro un pilastro portante, un tappeto volante.
E la trinità immacolata del Dj-il promoter-la groupie.
E un cubo di lacci ed escrescenze in pelle per spiegare l'amore senza donne.
E un fiume di polaroid scattate all'inferno, quel posto che non fate altro che raccontarmi ma che adesso esiste davvero, per me.
Friedrichstein e Kreutzberg sintetizzati in battito cardiaco, contrazione meccanica, acronimo geografico.
Sua Maestà il Berghain.



O /bargain/, cioé /buon affare/ come dicono i palazzinari che stanno distruggendo Berlino.
Dove ho incontrato Vasilis, scappato da Atene e stuprato da uno zio mentre amava il suo uomo.
Idan di Tel Aviv, che non ha nessuno a cui offrire da bere con le sue American Express. 
Coner, 19 anni passati in un mappamondo dove c'erano solo i fucili di suo padre e una villa di Los Angeles.
Ma io sono venuta qui per sapere di Ostgut Ton e MDR
Voglio sapere chi e come e cosa, e perché questo scampolo di profughi riesce a dettare legge nel nostro immaginario.



E a quanto pare, la galassia techno si è spostata aldilà del Muro quando i quartieri abbandonati hanno iniziato ad ospitare chiunque avesse polvere da sparare.
La fortuna di questo posto sta nell'essersi trovato senza padroni più o meno venti anni fa.
E così, di fronte all'occupazione di tutti quei luoghi dimenticati, la polizei è stata costretta a chiedersi:
-Di chi è questo stabile?
-Di nessuno. 
In dieci anni la città di nessuno è diventata il miracolo dove i musei entrano nelle discoteche entrate nelle ex-centrali elettriche.
Un prodigio plasmato dall'urgenza di far immaginare un mondo senza immagini, con la sola forza dell'evidenza.

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